See on Scoop.it – didattica 2.0
«Cl@sse 2.0? No, grazie». Gli scettici del digitale Corriere della Sera «No» per le modalità («una decisione comunicata dalla scuola a inizio anno, senza che i genitori venissero prima informati e consultati», spiega Mauro Giordani, un papà che…
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Proprio ieri abbiamo letto le parole dell’Assessore all’Istruzione, Formazione e Lavoro della Regione Lombardia, Valentina Aprea, che, da Londra, riportava i dati positivi sull’uso delle tecnologia nella didattica. E qui, invece, si parla di “dispersività, dilatazione dei tempi di lavoro, perdita di attenzione e di parte dei contenuti didattici”.
Al di là delle statistiche e dei dati, ognuno di noi ha una propria opinione, sulla base dell’esperienza in classe. Da un lato possiamo trovare conferme della teoria del doppio codice di Paivio, secondo cui il nostro cervello elabora stimoli attraverso un “doppio canale” (in pratica il canale visivo e quello verbale) , ma è anche vero che si corre il pericolo dell’overload cognitivo, teorizzato da Chandler e Sweller. Non bisogna dimenticare che la tecnologia è “solo” uno strumento e l’attenzione del docente deve rimanere sullo studente e sui processi di apprendimento. Il rischio è di farsi “ammaliare” da strumenti e app che sono divertenti e innovativi, ma il criterio nel valutarli è quello della loro funzionalità rispetto ai nostri obiettivi didattici e pedagogici.
2 risposte a “«Cl@sse 2.0? No, grazie»”