Notepad: Note l!st, nuova app per prendere appunti su Android

See on Scoop.itdidattica 2.0

Tutto Android
Notepad: Note l!st, nuova app per prendere appunti su Android
Tutto Android
Ogni volta che parliamo di un’applicazione per prendere appunti non possiamo fare a meno di citare il noto titolo lanciato da Google.

Isabella‘s insight:

E ricordiamo ancora Evernote, Quip e Simplenote (per Android e Ipad) per prendere appunti, organizzarli e condividerli:

https://evernote.com/intl/it/

https://quip.com/

http://simplenote.com/

See on www.tuttoandroid.net

App: croce e delizia

Le app e gli italiani: è scoppiato l’amore.  Nell’ultimo anno ne abbiamo scaricate 1,2 miliardi.  Il mercato è cresciuto del 120%.

Perché andare sul sito di un quotidiano, quando possiamo scaricarne l’app? Più semplice, più comodo, a volte più costoso, quando le app sono a pagamento. Ma possiamo sempre scegliere app free o no. Lo sappiamo. Ma siamo altrettanto informati e, soprattutto, consapevoli, quando clicchiamo “Scarica”, “Accetta”? Ma quali condizioni accettiamo? Cosa può fare l’app con le nostre foto, i nostri indirizzi, i nostri documenti? Un’applicazione può includere una library di una azienda esterna, che inserisce pubblicità (quelle che ci appaiono quando usiamo le app), ma potrebbe, nella peggiore delle ipotesi, anche accedere e raccogliere i nostri dati.

I servizi che possiamo avere, valgono i nostri dati? Perché noi “paghiamo” le app anche se sono gratuite: le paghiamo non con il denaro, ma con le nostre informazioni. Diciamo dove siamo (con la geolocalizzazione nello smartphone), cosa abbiamo mangiato (con la nostra recensione su Tripadvisor), cosa stiamo leggendo (con il libro scaricato) e cosa abbiamo comprato su Amazon. E questi dati, alcuni dei quali, magari per noi, insignificanti, sono analizzati dalle aziende per offrire prodotti personalizzati e vendere di più.

I problemi, quindi,  riguardano la nostra privacy da una parte, e dall’altra la pubblicità, che ci può indurre a fare acquisti. E infatti l’Europa è intervenuta proprio in queste due direzioni.

Le Autorità per la Privacy europee, già lo scorso anno, avevano invitato sviluppatori, produttori dei sistemi operativi e distributori a lavorare insieme per garantire la protezione dei dati personali degli utenti, puntando sul consenso informato e su un sistema di regole, il cui rispetto deve essere prolungato nel tempo.

E l’Europa è intervenuta un mese fa, aprendo un’inchiesta sugli acquisti nelle app, che, pubblicizzati inizialmente come gratuiti, si dimostrano poi essere a pagamento.

E quindi cosa fare? Dobbiamo dire addio alle app? Forse non è la soluzione giusta. Ma dobbiamo usarle in modo responsabile e soprattutto prestare attenzione quando a scaricarle sono bambini o adolescenti.

Qualche suggerimento per giudicare l’affidabilità di un’app: leggere i giudizi di chi l’ha già scaricata può essere utile per vedere se qualcuno segnala la presenza eccessiva di pubblicità o la necessità di effettuare l’upgrade per poter usare al meglio l’app; inoltre rivolgersi sempre agli store, che garantiscono per la professionalità degli sviluppatori.

Dal Convegno “Didattica Digitale”

Convegno

Dal convegno “Didattica digitale” svoltosi il 31 gennaio a Massa.

Riporto le considerazioni, a mio giudizio, più significative (alcune, però, un po’ retoriche ).

La Prof. ssa Diamanti (Coordinatrice dei Dirigenti della Provincia di Massa Carrara) ha sottolineato che ormai la scuola deve formare in competenze e non in conoscenze e ha segnalato quanto emerge dal Rapporto Eurispes sul ritardo della scuola italiana, che nello sviluppo tecnologico investe solo 5 € a studente.

Il prof. Fiori, Assessore Istruzione, Cultura e Sociale del Comune di Massa, ha sollevato un problema di fondo: qual è il ruolo della scuola oggi? Inoltre ha evidenziato come occorra investire sulla formazione dei docenti, che dovrebbero imparare l’uso degli strumenti, per saperli poi padroneggiare in classe.

La Dott.ssa Ragaglini ha sottolineato che le  ICT, sulla cui efficacia didattica i docenti si dividono (e in questi giorni ho riportato i pareri pro e contro), sono un elemento caratteristico dei tempi, come lo era stato il materiale strutturato della Montessori.

Per il workshop, segnalo le attività della Prof.ssa Catani, dell’IC di Massa 3, che con le sue classi 4° e 5° partecipa al progetto Trool, che ha l’obiettivo di far navigare i ragazzi in internet in modo sicuro e protetto.

Esperienze varie sono state descritte nella costruzione di ebook (con l’uso di Didapages per esempio).

Molto interessante l’intervento di Domizio Baldini, docente e formatore Apple, che ha presentato un percorso per  “trovare, elaborare, condividere e verificare” attraverso app e strumenti del web. Tra le app  TextGrabber + Translator (a pagamento 5, 49 €): funziona da scanner, con OCR per riconoscimento fino a 60 lingue, traduzione (servizio disponibile solo on line), e possibilità di copiare il testo, condividerlo e riutilizzarlo. Funziona molto bene (da ipad e da iphone): io l’ho provata sui testi di latino e devo dire che gli errori nel riconoscimento delle parole sono minimi (in presenza delle vocali con quantità). Rispetto ad altre app consente di condividere i risultati del riconoscimento su Twitter, Fb, Evernote, via mail o messaggio, o più banalmente, come ho fatto io, copiare, per esempio su Pages.